16 dicembre 2017

Recensione di 84, Charing Cross Road di Helene Hanff

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Recensione di 84, Charing Cross Road, di Helene Hanff
Titolo: 84, Charing Cross Road
Autore: Helene Hanff
Editore: Grossman Pubblisher (inglese); Tea e altri (italiano)
Lingua: Italiano e inglese
Genere: Non fiction, Epistolare
Trigger: Nessuno
Note: Letto in inglese: il linguaggio non è sempre facilissimo, ma la brevità delle lettere aiuta molto.


Sinossi: This charming classic love story, first published in 1970, brings together twenty years of correspondence between Helene Hanff, at the time, a freelance writer living in New York City, and a used-book dealer in London at 84, Charing Cross Road. Through the years, though never meeting and separated both geographically and culturally, they share a winsome, sentimental friendship based on their common love for books. Their relationship, captured so acutely in these letters, is one that has touched the hearts of thousands of readers around the world.


Letto da: miki_tr
Recensito da: miki_tr
Commento:

Q&A

1) Cosa ti ha convinto a leggere questo libro?
Per prima cosa devo fare una confessione: ho trovato questo libro in un elenco su Goodreads, e non avevo idea che fosse quasi considerato un classico quando l’ho iniziato. Non avevo neanche idea che non fosse un romanzo: ho solo dato un’occhiata veloce alla sinossi, cogliendo il concetto di corrispondenza a proposito di libri. Non avevo la più pallida idea che si trattasse di una corrispondenza vera e non di un romanzo epistolare. L’ho scoperto solo dopo aver iniziato il libro, quando, leggendolo, mi è venuto il dubbio.

2) Valeva la pena leggerlo?
Normalmente un libro di questa lunghezza lo leggerei in un paio d’ore, tutto d’un fiato. Proprio per la sua natura epistolare l’ho scelto come lettura da portarmi dietro al Lucca Comics, in modo da poterlo leggere nei pochi momenti in cui avevo tempo durante il viaggio. Era il libro perfetto per questo intento, e sono contenta di averlo scelto. Se l’avessi letto invece a casa forse l’avrei trovato un po’ troppo veloce e non me lo sarei goduto (ma questo è un problema che ho sempre con l’epistolare). Insomma, valeva la pena per come l’ho letto, perché era il libro perfetto per la circostanza.

3) Qual è il punto di forza di questo libro?
E’ un libro delicato. Non mi viene una definizione più calzante: tocca tanti temi, sia storici, sia letterari, ma lo fa in passaggi brevi. Lo stile peculiare delle lettere (la schiettezza molto americana dell’autrice e, a contrasto, la calma molto british soprattutto di Frank Doel, che è il suo principale corrispondente) fa sì che questo libro dipinga un periodo storico, questioni sociali e la stessa vita quotidiana dei personaggi, attraverso piccole incursioni nella loro realtà, e questo avvicina il lettore alla storia raccontata quasi senza che questi se ne accorga.

4) E invece, il punto debole di questo libro?
E’ difficile metterlo a fuoco in un libro del genere. Non è un libro molto coinvolgente: non c’è tempo per entrare in tutte le storie di tutti i personaggi che si intravedono nella corrispondenza. Allo stesso tempo, somiglia molto alla vita reale in questo senso, proprio per questa mancanza di trama, proprio perché non ha una risoluzione, ma è solo una conversazione. Non è propriamente un difetto. Ma è quello che non mi ha coinvolto del tutto di questo libro.

5) Qual è il tuo personaggio preferito?
Frank Doel. Il suo stile estremamente educato di rispondere e il modo in cui progressivamente, negli anni, si lascia andare e permette che la corrispondenza da obbligo professionale diventi un’amicizia, senza perdere il suo tocco, lo rendono qualcuno che mi piacerebbe conoscere.

6) Leggeresti ancora un libro della stessa autrice?
Il difetto di questo libro forse lo trovo proprio leggendo questa domanda: non ho letto un libro di questa autrice. Ho dato un’occhiata alla sua vita e alla sua mente in un certo senso, ma c’è un filtro nel leggere un romanzo di un autore che ovviamente manca nella sua corrispondenza, e che potrebbe rendere un libro di questa autrice un’esperienza totalmente diversa dal leggere questo specifico libro. Quindi direi che non so niente della Helene Hanff autrice, e potrei leggere un suo libro se mi interessasse, ma non basandomi sul fatto di aver letto questo.

7) A chi lo consigli?
Il mio consiglio, più che diretto a qualcuno nel particolare, è più qualcosa del tipo: se vi attira in qualche modo, leggetelo. Vale la pena e, anche se magari non ve ne innamorerete come non me ne sono innamorata io, è comunque una breve lettura a tratti deliziosa.

8) Per quale casa di Hogwarts è adatto?
Bisogna essere disposti a leggere un libro senza una trama, senza uno stile preciso, senza una risoluzione. Questa premessa mi dà l’idea di escludere per lo meno un paio di case. Rimangono Corvonero, che è la mia prima scelta, per l’amore per i libri che si sente tanto, e Tassorosso, per come dipinge questa amicizia leggera e incrollabile.


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