14 ottobre 2017

Recensione: Flame in the Mist, Renée Ahdieh

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Recensione di Flame in the Mist, di Renée Ahdieh
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Titolo: Flame in the Mist
Serie: Flame in the Mist #1
Autore: Renée Ahdieh
Editore: G.P. Putnam's Sons Books for Young Readers
Lingua: Inglese
Genere: Fantasy, YA
Trigger: Suicidio
Note: Presenza di parole in Giapponese (romaji), multipli punti di vista


Sinossi:
(Inglese)
The only daughter of a prominent samurai, Mariko has always known she’d been raised for one purpose and one purpose only: to marry. Never mind her cunning, which rivals that of her twin brother, Kenshin, or her skills as an accomplished alchemist. Since Mariko was not born a boy, her fate was sealed the moment she drew her first breath.
So, at just seventeen years old, Mariko is sent to the imperial palace to meet her betrothed, a man she did not choose, for the very first time. But the journey is cut short when Mariko’s convoy is viciously attacked by the Black Clan, a dangerous group of bandits who’ve been hired to kill Mariko before she reaches the palace.
The lone survivor, Mariko narrowly escapes to the woods, where she plots her revenge. Dressed as a peasant boy, she sets out to infiltrate the Black Clan and hunt down those responsible for the target on her back. Once she’s within their ranks, though, Mariko finds for the first time she’s appreciated for her intellect and abilities. She even finds herself falling in love—a love that will force her to question everything she’s ever known about her family, her purpose, and her deepest desires.


Letto da: Marty
Recensito da: Marty
Commento:
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Q&A

1) Cosa ti ha convinto a leggere questo libro?
Molti presentano questo libro come un re-telling della storia di Fa Mulan (la ragazza che si travestì da uomo, cosa vietata e punita con la morte, e si arruolò nell’esercito al posto del padre malato). Tuttavia ci sono alcune sostanziali differenze tra questa storia e quella della leggenda cinese: per prima cosa la storia è ambientata in Giappone, in un era non ben definita nella quale è comunque ancora presente l’antica tradizione dei samurai, i guerrieri che si battono per onore;
l’unica somiglianza tra la storia di Mariko e quella di Mulan è il fatto che entrambe si travestono da uomo e sconvolgono la propria vita quando si presenta l’occasione di rompere gli schemi imposti dalla società; per il resto questa storia prende una strada totalmente diversa dalla leggenda.
Non nascondo il fatto che Mulan è una delle mie storie preferite, soprattutto parlando di eroine disneyane, e che il Giappone è sempre stato uno dei miei paesi must da visitare. Mettendo insieme le due cose l’attrazione per questo libro è stata forte; se poi combiniamo il tutto con una protagonista che prende in mano le redini del suo destino, non si fa sottomettere dal volere delle persone più potenti attorno a lei e si mette in gioco, allora ho trovato in un solo libro molti dei miei temi preferiti.

2) Valeva la pena leggerlo?
Andando sempre più a fondo nella storia si capisce che le motivazioni dell’attacco a Mariko all’inizio del libro non sono così scontate come si potrebbe pensare. Il racconto è per la maggior parte narrato dal punto di vista della stessa Mariko e di suo fratello Kenshin, ma durante la narrazione vengono comunque offerte delle parti di storia di personaggi minori (in particolare dell’imperatore, dei figli, della moglie e della concubina del sovrano). Questo fa subito pensare a intrighi di corte più complessi di quello che si è visto, e anche se non abbiamo una spiegazione diretta per queste scene in questo, che è il primo libro della serie, l’inizio sembra promettere molto bene. Questi sono sicuramente alcuni dei motivi per cui è valsa la pena leggerlo, anche in vista dell’uscita (un’altra lunga attesa per me!) del secondo volume.

3) Qual è il punto di forza di questo libro?
Devo dire che la parte che ho apprezzato di più è stata sicuramente l’introduzione dei personaggi che fanno parte del “Black Clan”, presentati come i cattivi del libro: il leader Ranmaru e il suo braccio destro Okami, due dei più importanti, ma anche membri minori del Clan, come il cuoco Yoshi, che prenderà molto in simpatia Mariko, e Ren, che invece cercherà di renderle la  vita un inferno. Quando la protagonista viene portata nel campo del Black Clan l’autrice ci mostra la vita di tutti i giorni di questi personaggi, e attraverso gli occhi e i pensieri di Mariko vediamo i loro punti di forza e cerchiamo con lei di scoprire le loro debolezze per metterli uno contro l’altro.
Un’altra cosa che ho apprezzato è il fatto che a Mariko non manchi comunque qualche conflitto interiore tra l’intenzione di onorare le scelte fatte dalla sua famiglia per lei, e il suo desiderio della libertà concessa agli uomini; comunque i suoi dubbi non sono sufficienti a farla desistere dal suo intento.

4) E invece, il punto debole di questo libro?
E come poteva mancare una storia d’amore ad una ragazza che vive con diversi ragazzi nel bel mezzo della foresta? Infatti non manca affatto: Mariko ci metterà un po’ di tempo per affezionarsi ai membri del Black Clan, soprattutto perché passerà la maggior parte del tempo a capire come sabotarli dall’interno, ma dopo un po’ comincerà a provare dei sentimenti diversi per un membro in particolare della banda. Anche se io non sono particolarmente attirata dalle storie d’amore molto sdolcinate, trovo che questa non sia “invasiva”, perchè comincia abbastanza avanti nella storia; il vero punto debole è un capitolo in particolare in cui le cose si fanno più intense e i sentimenti di Mariko vengono allo scoperto totalmente, dando vita ad una parte eccessivamente romantica per i miei gusti. Comunque non rovina assolutamente il resto del libro, ma per una lettrice che, come me, non ami i passaggi troppo zuccherosi, potrebbe essere motivo di rallentamento della lettura.

5) Qual è il tuo personaggio preferito?
Uno solo è troppo difficile da scegliere! Certo, ci si affeziona a Mariko, la protagonista, che dimostra una volontà di ferro e un guizzo mentale rivale solo ai più grandi strateghi di guerra; ma anche a Ranmaru, il leader del Black Clan, su cui tutti fanno affidamento, che è una persona molto calma e tranquilla, apparentemente impossibile da turbare.
Nella storia c’è anche il punto di vista di Kenshin, il fratello di Mariko, personaggio diviso tra la devozione per la famiglia e quella per l’impero, l’amore per la sorella e la necessità di ritrovarla, e l’attrazione per una sua amica d’infanzia.
Il più strano e misterioso è però Okami, il lupo, considerato il più potente tra i membri del Black Clan, rispettato e temuto allo stesso tempo da tutti, che si rivela essere molto adorabile.
Ho amato tutti questi personaggi.
Di più, ho amato persino i personaggi secondari come Ren, Yoshi, Yumi, Amaya, l’imperatore e tutta la famiglia reale: ho sicuramente finito il libro con la voglia di saperne di più su di loro.

6) Leggeresti ancora un libro dello stesso autore?
Questo era il primo libro che ho letto dell’autrice, e ho trovato una scrittura molto bella e piena di descrizioni ben calibrate, che non rallentano assolutamente la storia, anzi la arricchiscono. Quindi sì, leggerei ancora un libro di questa autrice!

7) A chi lo consigli?
A chi cerca una protagonista che non si conforma alla società, ma che combatte per la sua vita e per la sua libertà.

8) Per quale casa di Hogwarts è adatto?
Di certo per i Grifondoro: la storia mette in risalto soprattutto il coraggio che Mariko ha nel fare le sue scelte nonostante le avversità.


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