9 ottobre 2017

Recensione : The Gentleman’s guide to vice and virtue, Mackenzi Lee

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Recensione di The Gentleman’s guide to vice and virtue, di Mackenzi Lee
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Titolo: The Gentleman’s guide to vice and virtue
Autore: Mackenzi Lee
Editore: Katherine Tegen Books (inglese)
Lingua: Inglese
Genere: Storico, YA, LGBT
Trigger: Il contesto è settecentesco, quindi omofobia, razzismo, misoginia, maltrattamento di malati e disabili, nonché violenza sono temi che fanno parte di questo libro; tuttavia nulla di tutto ciò è gratuito.
Note: Inglese un po’ ostico, dal momento che il linguaggio è antiquato e complicato da descrizioni di oggetti e situazioni poco usuali per un lettore moderno.
 

Sinossi:  Henry “Monty” Montague was born and bred to be a gentleman, but he was never one to be tamed. The finest boarding schools in England and the constant disapproval of his father haven’t been able to curb any of his roguish passions —not for gambling halls, late nights spent with a bottle of spirits, or waking up in the arms of women or men.
But as Monty embarks on his Grand Tour of Europe, his quest for a life filled with pleasure and vice is in danger of coming to an end. Not only does his father expect him to take over the family’s estate upon his return, but Monty is also nursing an impossible crush on his best friend and traveling companion, Percy.
Still it isn’t in Monty’s nature to give up. Even with his younger sister, Felicity, in tow, he vows to make this yearlong escapade one last hedonistic hurrah and flirt with Percy from Paris to Rome. But when one of Monty’s reckless decisions turns their trip abroad into a harrowing manhunt that spans across Europe, it calls into question everything he knows, including his relationship with the boy he adores.


Letto da: Miki
Recensito da: Miki
Commento:

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Q&A

1) Cosa ti ha convinto a leggere questo libro?
Onestamente, questo è stato proprio un’ispirazione del momento. Sono stata una divoratrice di romanzi storici, e prima ancora i classici romanzi d’avventura da ragazzini erano il mio pane, ma negli ultimi anni mi ero allontanata da questo genere, quindi non so bene cosa mi abbia spinto... Era anche uno dei libri assolutamente meno urgenti della mia TBR. Mi ha chiamato al di là di ogni logica, insomma.
 
2) Valeva la pena leggerlo?
Assolutamente! E’ un libro delizioso, totalmente divertente e coinvolgente. Inoltre è scritto benissimo e non deve essere stato facile, quindi anche durante la lettura, se decidete di leggerlo, apprezzate bene la quantità di lavoro che c’è dietro un libro del genere perché sono pronta a scommettere che è tanta.

3) Qual è il punto di forza di questo libro?
Ne ho trovati molti. Prima di tutto, la voce narrante è semplicemente adorabile. Il libro è scritto dal punto di vista di questo debosciato ragazzino figlio della nobiltà inglese, irriverente e provocatorio come pochi. Ottiene quello che vuole e non si preoccupa di nessuno tranne che del proprio divertimento. Dovrebbe essere odioso... Invece c’è tanto di più, e vi troverete alle prese con un narratore che vi farà sbellicare dalle risate, intenerire, arrabbiare, sbattere la testa contro il muro, commuovervi... e poi di nuovo, e di nuovo tutte queste cose, e se siete come me, farete veramente fatica a non volergli bene.
Aggiungete poi un amico imperdibile come Percy, una sorella insopportabile come Felicity, e una grandissima crescita personale di tutti e tre i protagonisti, e avrete la ricetta di un cast di personaggi ben delineati che non possono lasciare indifferenti.
Infine, quello che sembra cominciare come un libro leggero e vagamente romantico diventa una rocambolesca avventura degna dei migliori romanzi di cappa e spada, e allo stesso tempo affronta temi che ancora oggi sono attualissimi.
Insomma, è un libro che ha qualcosa per quasi tutti, non solo per chi, come me, apprezza il genere storico.

4) E invece, il punto debole di questo libro?
Se avete problemi con il Deus Ex Machina forse questo non è il libro per voi. Io non ci trovo molto di sgradevole, ma nella migliore tradizione del romanzo d’avventura, ci sono conversazioni ascoltate per caso, interventi di pirati e incontri fortuiti proprio con la persona giusta che costellano le pagine del libro. A me non è dispiaciuto questo fatto, proprio perché questo genere di situazione è normale e tipico dei libri d’avventura della mia infanzia. Penso per altro che questo sia voluto, dal momento che quel tipo di atmosfera è richiamato continuamente. Ma siccome so che a molti lettori questo genere di cose dà fastidio, se siete intransigenti su questo punto probabilmente non apprezzerete questa storia.

5) Qual è il tuo personaggio preferito?
Tutti. Ma probabilmente Monty. Sapete quei personaggi che adorate, e allo stesso tempo vorreste prendere a schiaffi per la loro imbecillità, solo per poi abbracciarli e dire loro che li amate e che andrà tutto bene? Sono i miei preferiti e Monty è esattamente così. Anche Percy non scherza, in questo senso, ma è un filino meno idiota di Monty, almeno quando non sta interagendo con Monty stesso, condizione che inevitabilmente fa aumentare il suo livello di stupidità. E Felicity è l’unica sana di mente in questa storia, a parte quando fa cose come suturarsi un braccio da sola mentre i suoi compagni di viaggio sono sul punto di svenire alla vista e persino io potrei avere un po’ di nausea per l’immagine mentale. Ma non si può fare a meno di amarla.

6) Leggeresti ancora un libro dello stesso autore?
Ho indagato e scoperto che l’autrice ha un altro libro all’attivo, che è schizzato piuttosto in alto nella mia TBR. Sicuramente la terrò d’occhio!

7) A chi lo consigli?
A chi ama le grandi avventure e i personaggi adorabili.

8) Per quale casa di Hogwarts è adatto?
Direi che Serpeverde è la casa di questo libro. Monty passa il tempo a cavarsi dai guai a suon di connessioni sociali vere o inventate, balle colossali e fascino. Penso che sia una cosa molto Serpeverde.

Nota appena precedente la pubblicazione di questo post: da quando ho scritto questa recensione, ho letto il primo libro di Mackenzi Lee, This Monstrous Thing. Arriverà una recensione anche di quello perché l'ho amato quanto questo!


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