18 settembre 2017

Recensione: Player One, Ernest Cline

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Recensione di Player One, di Ernest Cline


Titolo: Player One
Autore: Ernest Cline
Editore: ISBN Edizioni (italiano), Broadway Books (inglese)
Lingua: Italiano, inglese
Genere: Fantascienza, Distopico
Note: Può dare dipendenza: non riuscirete a metterlo giù fino a che non è finito.




Sinossi: Il mondo è un brutto posto. Wade ha diciotto anni e trascorre le sue giornate in un universo virtuale chiamato OASIS, dove si fa amicizia, ci si innamora, si fa ciò che ormai è impossibile fare nel mondo reale, oppresso da guerre e carestie. Ma un giorno James Halliday, geniale creatore di OASIS, muore senza eredi. L'unico modo per salvare OASIS da una spietata multinazionale è metterlo in palio tra i suoi abitanti: a ereditarlo sarà il vincitore della più incredibile gara mai immaginata. Wade risolve quasi per caso il primo enigma, diventando di colpo, insieme ad alcuni amici, l'unica speranza dell'umanità. Sarà solo la prima di tante prove: recitare a memoria le battute di Wargames, penetrare nella Tyrell Corporation di Blade Runner, giocare la partita perfetta a Pac-Man, sfidare giganteschi robot giapponesi e così via, in una rassegna di missioni di ogni tipo, ambientate nell'immaginario pop degli anni '80, a cui OASIS è ispirato.



Letto da: Marty, miki_tr
Recensito da: Marty
Commento: 


Q&A

1) Cosa ti ha convinto a leggere questo libro?
Dire tutto sarebbe un po’ banale, ma sarebbe anche la verità: tutto quello che avevo letto nella sinossi mi ha convinto a leggere questo libro: l’ambientazione a metà tra il distopico e una realtà virtuale che a detta degli stessi protagonisti sta ormai sovrastando il mondo reale popolato da guerre e carestie; i riferimenti gli anni ’80 tramite la citazione di film, telefilm, videogiochi, fumetti e chi più ne ha più ne metta.

2) Valeva la pena leggerlo?
Sicuramente “Player One” è IL libro da leggere se amate il genere distopico e fantascientifico; ma leggetelo anche se non siete appassionati, perché la storia vi catturerà. La ricerca degli Ester Egg è ricca di suspense e di avvenimenti che si susseguono uno dopo l’altro con qualche colpo di scena, sia belli che brutti, che mi hanno tenuto incollata alle pagine del libro.

3) Qual è il punto di forza di questo libro?
Player One è la quintessenza del romanzo Nerd, fatto apposta per gli appassionati di videogiochi, realtà virtuali, fantascienza; il mondo creato dall’autore, soprattutto quello virtuale di OASIS, è perfettamente descritto, tanto che durante la lettura sembra quasi di trovarsi accanto ai personaggi e di sentire e vedere quello tutto quello che accade loro.

4) E invece, il punto debole di questo libro?
L’unico punto debole che potrebbe avere questo libro è la mancanza di un sequel, anche se la storia è assolutamente completa e viene data una spiegazione a tutti i misteri all’interno del libro.

5) Qual è il tuo personaggio preferito?
Praticamente tutti: da Wade/Perzival, il protagonista della storia, ad Art3mis, la “rivale” che si frappone spesso tra Wade e la caccia agli Ester Egg, ma anche Aech, il miglior amico virtuale di Perzival, che però non ha mai visto dal vivo, e che nasconde un segreto.
Menzione d’onore per Daito e Shoto, due samurai che si troveranno spesso sul cammino di Perzival, e sembreranno distaccati e scontrosi, ma che, con lo svolgersi della storia, saranno molto importanti per la ricerca del tesoro.

6) Leggeresti ancora un libro dello stesso autore?
Assolutamente sì, leggerei qualsiasi cosa Ernest Cline abbia mai scritto!

7) A chi lo consigli?
A chi è appassionato di videogiochi e del mondo virtuale, ma anche a chi è stato teenager negli anni ’80, perché con tutti i riferimenti e le citazioni farà un tuffo nel passato spettacolare! Ma soprattutto... a chi è un Nerd fino in fondo.

8) Per quale casa di Hogwarts è adatto?
Grifondoro, per il coraggio che i protagonisti, già eroi nel mondo virtuale, scoprono di avere anche nella loro vita reale quando la storia si fa difficile; ma anche Corvonero perché ci vuole astuzia e intelligenza per risolvere tutti gli indizi lasciati dal Halliday.

1 commento:

  1. Ho letto questo libro circa un anno fa, su suggerimento di un amico. Appena letta la sinossi sul retro ho capito che sarebbe stata un'ottima scelta.
    Ammetto di che il genere distopico/fantascientifico è un terreno nuovo per me e forse anche per questo ha catturato in fretta il mio interesse.
    Inizialmente l'autore presenta in modo molto accurato l'ambientazione: la partenza può quindi sembrare lenta, ma credetemi è necessaria per cogliere a pieno tutti gli aspetti del libro.
    Dopo pochi capitoli la trama prende la piega avvincente che caratterizza il libro, ricca di citazioni a tutto ciò che è anni 80: non solo videogiochi, ma giochi da tavolo, di ruolo, musica, film e libri. Sulle citazioni è facile scivolare, ma l'autore dimostra passione e conoscenza e non pone in secondo piano né i personaggi né la storia dell'ambientazione, guidando il lettore alla conclusione che lascia molto la sensazione di "lo rileggiamo?"
    Senza aggiungere altro, lo consiglio a tutti coloro che hanno anche solo intravisto gli anni 80 o ne sono incuriositi. Lo consiglio anche a chi piace il genere distopico/fantascientifico - non è Orwel, ma anche Cline non scherza.
    Buona lettura e buon viaggio.

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