27 settembre 2017

Recensione: Ink, di Alice Broadway

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Recensione di Ink, di Alice Broadway

Titolo: Ink
Serie: Skin Books #1
Autore: Alice Broadway
Editore: Scholastic
Lingua: Solo inglese
Genere: Fantasy, Distopia
Note: Inglese di livello medio


Sinossi: (Inglese) Every action, every deed, every significant moment is tattooed on your skin for ever. When Leora's father dies, she is determined to see her father remembered forever. She knows he deserves to have all his tattoos removed and made into a Skin Book to stand as a record of his good life. But when she discovers that his ink has been edited and his book is incomplete, she wonders whether she ever knew him at all.


Letto da: Miki
Recensito da: Miki
Commento:



Q&A

  1. Cosa ti ha convinto a leggere questo libro?
L’ho notato per la copertina, ma è stata la sinossi a conquistarmi: il mondo sembrava interessante e sufficientemente creepy per i miei gusti, e poi devo confessare di amare tantissimo i tatuaggi!
2) Valeva la pena di leggerlo?
Sì, decisamente. Un gran bel libro che mantiene la premessa interessante e prospetta una serie niente male!
3) Qual è il punto di forza di questo libro?
Forse non c’è un punto di forza che spicca su tutti, ma tante cose fatte bene: la trama regge bene, la protagonista è simpatica (ha un po’ di superpoteri e ci sono dei segreti, ma non è che le serva poi a molto il tutto), l’ambientazione interessante e ben costruita, soprattutto nel sistema di credenze, nella mitologia e nella storia del mondo, che sono molto curate e ben spiegate.
4) E invece, il punto debole di questo libro?
Anche qui, non c’è un punto debole vero e proprio, piuttosto cose che potevano essere migliori: ci sono svariati stereotipi (non sgradevoli, ma presenti comunque, se questo genere di cose dà fastidio a qualcuno). Lenora, la protagonista, è un po’ un brutto anatroccolo con un talento nascosto; ha una migliore amica come comprimaria; scopre segreti di famiglia; ci sono verità nascoste, i buoni non sono poi così buoni e i cattivi non sono poi così cattivi... Se questo genere di cose non disturba, soprattutto perché non è eccessivo, è una lettura molto piacevole.
Un altro difetto secondo me è il finale, che sembra un po’ troppo veloce per i miei gusti: avrei preferito qualche spiegazione in più e soprattutto qualche dettaglio ulteriore sulle reazioni al colpo di scena che segna l’ultima parte del libro. Vero è che, essendo questo il primo libro di una serie, è possibile che alcune questioni (tra cui il finale vero e proprio) siano state lasciate in sospeso proprio per essere approfondite in seguito.
5) Qual è il tuo personaggio preferito?
Obel, il tatuatore che fa da maestro a Lenora, la protagonista. Anche lui è un personaggio un po’ classico sotto certi punti di vista, ma il suo modo di fare mi ha conquistata e mi farei tatuare da lui anche oggi!
6) Leggeresti ancora un libro di questo autore?
Molto volentieri! Lo stile mi è piaciuto, soprattutto il modo in cui ha creato la religione e il sistema di credenze integrando nella storia i dettagli. Proseguirò con la serie,
sicuramente. Anzi, spero che arrivi presto il prossimo!
7) A chi lo consigli?
A chi ama i tatuaggi, in primis. A chi cerca un mondo ben costruito. A chi non ha bisogno di una storia d’amore a tutti i costi per apprezzare un libro.
8) Per quale casa di Hogwarts è adatto?
Non è facile, ma direi Corvonero. Non direi che spicca come il libro perfetto per la mia casa, ma i Corvonero sicuramente apprezzeranno i dilemmi morali e filosofici che si pone la protagonista.

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