13 settembre 2017

Recensione: If We Were Villains, M.L. Rio

banner_recensioni_tremende_LT.png
Recensione di If We Were Villains, di M.L. Rio

Titolo: If We Were Villains
Autore: M.L. Rio
Editore: Flatiron Books
Lingua: Solo inglese
Genere: Mystery, Thriller
Trigger: Contenuti sessuali non espliciti, violenza fisica, linguaggio scurrile, abuso di sostanze (alcol e droghe)
Note: La lettura in inglese è piuttosto avanzata, soprattutto per le numerose citazioni da Shakespeare.




Sinossi: (Inglese) Enter the players. There were seven of us then, seven bright young things with wide precious futures ahead of us. Until that year, we saw no further than the books in front of our faces.
On the day Oliver Marks is released from jail, the man who put him there is waiting at the door. Detective Colborne wants to know the truth, and after ten years, Oliver is finally ready to tell it.
Ten years ago: Oliver is one of seven young Shakespearean actors at Dellecher Classical Conservatory, a place of keen ambition and fierce competition. In this secluded world of firelight and leather-bound books, Oliver and his friends play the same roles onstage and off: hero, villain, tyrant, temptress, ingénue, extra. But in their fourth and final year, the balance of power begins to shift, good-natured rivalries turn ugly, and on opening night real violence invades the students’ world of make believe. In the morning, the fourth-years find themselves facing their very own tragedy, and their greatest acting challenge yet: convincing the police, each other, and themselves that they are innocent.
Part coming-of-age story, part confession, If We Were Villains explores the magical and dangerous boundary between art and life. In this tale of loyalty and betrayal, madness and ecstasy, the players must choose what roles to play before the curtain falls.


Link Goodreads

Letto da: miki_tr, Marty
Recensito da: miki_tr
Commento:


Q&A

1) Cosa ti ha convinto a leggere questo libro?
La trama mi ricordava Dio di Illusioni, di Donna Tartt, un libro che amo particolarmente. L’ambientazione prometteva bene e la sinossi mi aveva molto incuriosito.
 
2) Valeva la pena leggerlo?
Assolutamente, senza alcun dubbio. Uno dei libri più belli che ho letto quest’anno!

3) Qual è il punto di forza di questo libro?
Per me i personaggi e soprattutto il loro rapporto. Inizialmente vengono presentati velocemente, il che lascia un po’ spiazzati; ma ci vuole davvero poco per imparare a conoscerli tutti, ad apprezzarli singolarmente e ancor di più, ad innamorarsi un po’ di tutti loro. Le caratterizzazioni sbocciano anche attraverso i ruoli che mano a mano vengono loro assegnati nelle varie rappresentazioni shakespeariane che si svolgono durante l’anno e che mettono a nudo ciascuno di loro, con risultati avvincenti e terribili. Il rapporto tra i sette protagonisti del libro è profondo e ben disegnato, si intravede all’inizio, diventa sempre più centrale nella storia, per poi arrivare a coinvolgere ed emozionare quando, inevitabilmente, si incrina e si spezza. Prima ancora della trama (e del finale che non mi aspettavo assolutamente, per quanto credessi di aver capito presto dove si andava a parare), sono i personaggi a rimanere dentro, di questo libro.

4) E invece, il punto debole di questo libro?
A mio parere i punti deboli sono due: il primo è che sì, l’ho iniziato perché mi ricordava Dio di Illusioni, ma in realtà racconta all’incirca la stessa storia, un pochino troppo, probabilmente. Nonostante questo l’ho amato molto e ho trovato le somiglianze molto digeribili. Avendo letto Dio di Illusioni almeno una decina di volte, credetemi, le ho viste tutte. Non mi farei fermare nella lettura dalla paura di questa somiglianza, anzi: è un tributo ben fatto ad un libro che ha creato quasi un genere.
Il secondo punto debole, che invece è più problematico, sono le citazioni da Shakespeare. Quando parlo di citazioni forse non è chiaro cosa intendo: ci sono intere conversazioni, importanti per la trama, che i personaggi, ossessionati dal Bardo, fanno tramite i suoi versi. Non avere la capacità linguistica di seguirli potrebbe essere molto problematico. Personalmente, me la sono cavata, ma diverse volte sono tornata indietro a rileggere un passaggio perché non avevo capito bene dove la citazione del momento andasse a parare finché non ho visto lo sviluppo nella trama. Non mi farei fermare da questo, volendo leggerlo: però è bene sapere che non è una lettura semplice e scorrevole, nonostante la trama scivoli via che è un piacere.

5) Qual è il tuo personaggio preferito?
Penso che sia James, il compagno di stanza e miglior amico del protagonista, Oliver. Nonostante per la voce narrante sia chiaramente un mistero, in certi passaggi l’ho trovato non solo adorabile, ma molto trasparente. Me ne sono innamorata abbastanza presto, sono onesta. E’ quello a cui vengono affidati i tipici ruoli del protagonista dell’opera del momento; carismatico e piacevole, nasconde qualcosa come tutti, ma allo stesso tempo rivela tanto altro ed è impossibile non volergli bene.

6) Leggeresti ancora un libro dello stesso autore?
Anche domani. Mi sono piaciuti molto sia lo stile, diretto, leggermente filosofico e descrittivo al punto giusto, che la trama, avvincente e ben dosata tra momenti di tensione e momenti di quotidianità. Una bella penna ed una bella storia, cosa chiedere di più?

7) A chi lo consigli?
A chi ama il teatro in generale e Shakespeare in particolare, a chi ha amato Dio di Illusioni, a chi apprezza un cast di personaggi complesso, a chi non ha paura di ignorare le distinzioni tra classici buoni e cattivi.

8) Per quale casa di Hogwarts è adatto?
Lo consiglierei senza dubbio ai Corvonero, dal momento che è un libro pieno di libri e riferimenti letterari.

Nessun commento:

Posta un commento